IL PROGETTO DI RESTAURO: dopo il rifacimento del prospetto della casina e della corte circostante estesa per circa 1000 mq con affaccio sulla Valle dei Templi, con la compartecipazione di tutti i comproprietari legati da parentela, il restauro ha interessato gli interni della quota a piano terra, già di proprietà di Zammuto Angelo, padre delle attuali proprietarie.
Il progetto di restauro e rimodulazione degli spazi ha tenuto rigorosamente in conto l’architettura originaria che fa apprezzare due slanciatissimi archi a sesto acuto nella cui crociera ogivale robusti anelli in ferro raccontano la destinazione originaria d’uso ossia magazzini per i raccolti agricoli ed altro.
Tanto gli archi portanti quanto le pareti sono stati liberati da intonaco e sprigionano il loro originario fascino lasciando i blocchi di tufo giallo (pietra del luogo) a “faccia vista”. Fanno da complemento le imponenti porte finestre e le finestre centinate, con arco a tutto sesto, contornate all’esterno da ornato in tufo dove i segni del tempo raccontano la vetustà dell’immobile ma anche la sua imperitura bellezza.
Gli infissi sono stati realizzati in legno come le imponenti persiane laccate in verde, secondo le prescrizioni della locale Soprintendenza ai Beni Archeologici, in adesione al colore originario
Gli antichi mattoni in terracotta sono stati restaurati e riposizionati, in parte nel pavimento dell’appartamento, in parte sui davanzali delle finestre e nel terrazzino dove si apprezzano pilastrini e capitelli in tufo e antiche inferriate della medesima foggia dei superiori balconi.
L’intervento ha interessato anche la spazzolatura dei muri di contenimento del pertinente giardino pensile e di antichi manufatti adiacenti ad esso, pertinenze al servizio dell’immobile principale. Tutte le opere sono state realizzate esclusivamente con capitale privato della famiglia.